Händel fu un compositore e musicista del periodo barocco che, al contrario di Bach, cambiò numerose residenze conducendo una vita piuttosto movimenta. Di questo non vi è una vera e propria giustificazione, ma probabilmente dipende da un'insofferenza degli impieghi stabili (come Kantor o Kapellmeister) insieme ad una forte tensione verso una carriera internazionale a livelli sempre più alti.
Georg Friedrich Händel nacque ad Halle, in Sassonia nel 1685 -nello stesso anno di Johann Sebastian Bach- e ben presto iniziò gli studi musicali sotto la guida di Friedrich Wilhelm Zachow (1663-1712). Insieme a quest'ultimo, non solo conobbe il contrappunto della tradizione germanica, ma anche il nuovo stile italiano del quale ne fu inevitabilmente influenzato.
All'età di diciotto anni, dopo aver lasciato gli studi di legge all'università, avviati solo per volontà del padre, Georg Friedrich si trasferì nella ricca e viva Amburgo dove inizialmente lavorò nell'orchestra del teatro dell'opera come violinista di ripieno e successivamente come cembalista e "direttore delle esecuzioni".
Oltre a comporre la Passione secondo Giovanni, Händel vide in questa città la prima rappresentazione della sua opera: Almira, nel 1705. Particolare caratteristica di questa è l'alternanza della lingua insieme a recitativi e arie, infatti le arie sono in italiano e i recitativi in tedesco.
💡 Lo sapevi? Händel, come Bach, si recò da Buxtehude attratto dalla possibilità di succedere l'importante organista, ma questo passaggio implicava il matrimonio con la figlia del predecessore la quale, non più giovane, venne rifiutata da tutti.
Dopo tre anni dall'arrivo ad Amburgo, nel 1706 Händel partì verso l'Italia alla scoperta della nuova musica. La prima tappa fu a Firenze (città che diede luogo alla rappresentazione della sua prima opera in italiano "Rodrigo") poi a Roma (dove godette della protezione dei cardinali e del principe), Napoli, Venezia e ancora Roma. I contatti con i musicisti italiani furono numerosi e molto stimolanti: conobbe Alessandro e Domenico Scarlatti, Corelli, Vivaldi e Albinoni. Non mancò la rappresentazione di una sua opera nei pressi di Venezia, al teatro di S. Giovanni Grisostomo nel 1709: "Agrippina" su libretto del proprietario del teatro Vincenzo Grimani.
Può sembrare strano che nonostante si trovasse nella patria dell'opera, Händel si dedicò a questa solo due volte, ma fu così probabilmente perché trascorse la maggior parte del tempo a Roma dove tale genere musicale era proibito per decreto pontificio. Infatti si concentrò sulla composizione della musica più richiesta nella città, quale la cantata da camera e l'oratorio.
Nel 1710, dopo aver assorbito il più possibile lo stile vocale e strumentale prettamente italiano, si recò ad Hannover dove accettò l'incarico di maestro di cappella presso la corte, ma orientato verso l'Inghilterra -luogo dove ancora l'opera non aveva preso piede- lì andò a trasferirsi definitivamente.
Il Rinaldo (1711) è la prima opera che venne rappresentata a Londra e riscosse così tanto successo che segnò l'inizio alla carriera del compositore. Nello stesso tempo, riuscendo ad inserirsi a corte, ricevette delle commissioni per composizioni celebrative e divenne maestro delle principesse. Nel 1723 fu nominato compositore di musica per la Cappella reale e tre anni dopo divenne ufficialmente cittadino britannico.
Nel 1719 Händel fu nominato direttore musicale di un'accademia patrocinata dal re e formata da esponenti della nobiltà: la cosiddetta Royal Academy of Music. Lo scopo di questa era mettere in scena, previ grandi concorsi, le opere italiane al King's Theatre. Qui il compositore fece rappresentare le sue opere migliori quali Giulio Cesare (1724) e Ottone (1723).
Nel 1719 Händel fu nominato direttore musicale di un'accademia patrocinata dal re e formata da esponenti della nobiltà: la cosiddetta Royal Academy of Music. Lo scopo di questa era mettere in scena, previ grandi concorsi, le opere italiane al King's Theatre. Qui il compositore fece rappresentare le sue opere migliori quali Giulio Cesare (1724) e Ottone (1723). La goccia che fece traboccare il vaso fu il successo folgorante che accolse The Beggar's Opera (L'opera del mendicante) di Johann Christoph Pepusch, su testo di John Gay. Una commedia spiritosa in inglese con all'interno canzoni popolari e orecchiabili era quello che il pubblico londinese apprezzò decisamente di più.
Il compositore però non si diede per vinto e con il patrimonio che aveva accumulato (investendo anche in Borsa) si mise in proprio come impresario. Allora, dopo essere stato in Italia per coinvolgere i migliori cantanti, organizzò nuove stagioni operistiche al King's Theatre. In questo periodo, a distanza di un anno, nacquero altre tre sue opere: Poro (1731), Ezio e Orlando. Tuttavia, anche questa ondata ebbe le stesse difficoltà della prima, ma riuscì comunque a reggere il colpo grazie alla protezione del re fin quando l'oratorio gli consentì di squalificare definitivamente gli avversari.
Gli oratori di Händel raccolgono tutte le esperienze da lui assimilate con l'opera italiana, l'anthem inglese (composizione vocale con testi in inglese tratti dalla liturgia per celebrare l'incoronazione del Re d'Inghilterra), la tradizione contrappuntistica tedesca, la tragédie lyrique francese con il coro protagonista e l'oratorio dei tempi del cardinale Pamphilj.
Grazie a gli oratori come il Messiah (1741) e il Belshazzar (1745) Händel riuscì ad essere considerato il maggiore compositore inglese vivente.