Letteratura
"Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza" - Dante, Canto XXVI dell'Inferno, Divina Commedia

L'intera tradizione culturale dell'Europa moderna guarda alla persona di Dante e alla sua Commedia come al punto più alto di maturazione del pensiero che sia mai stato raggiunto nella storia umana: egli è il solo pensatore poetico in grado di innalzarsi di fronte al passato millennio e di riassumerlo con originalità creativa in un nuovo pensiero per restituirlo ai secoli successivi, fino a noi. Ma chi è Dante?

Conclusa la traversata infernale, Dante, lieto alla vista della volta terrestre, chiude la prima cantica recitando le celebri parole: «e quindi uscimmo a riveder le stelle» (If XXXIV, v. 139). Ma quali erano le stelle del poeta? A quale segno zodiacale apparteneva e come egli viveva, da uomo del Medioevo, questo suo rapporto con la realtà celeste? E l'origine del suo nome, semplice attribuzione paterna o profetico auspicio delle virtù future?

A fianco della ricca tradizione manoscritta e critica legata al nome di Dante, se ne colloca una ulteriore altrettanto copiosa di carattere strettamente aneddotico, la quale ha senza dubbio il merito di contribuire in primo luogo all'incremento del già notevole rilievo che è proprio della figura del Sommo Poeta fiorentino.

In tempi in cui tecnologia e forze maggiori allungano le distanze e restringono i tempi di contatto, i più curiosi si saranno forse interrogati su quali fossero le modalità e le dinamiche di comunicazione proprie del passato.

Rappresentante, insieme a D'Annunzio ma diversamente da lui, del Decadentismo in Italia, ultima grande voce della letteratura italiana a cavallo fra Otto e Novecento precedente l'avvento della crisi crepuscolare e avanguardistica, il nome di Pascoli sarà la firma di un'eredità poetica assai longeva e maestra per gran parte delle generazioni di poeti e scrittori susseguitesi in tutto il XX secolo.

Pensare alla poesia di Pascoli rievoca inevitabilmente tutta una serie di immagini liriche di grande suggestione visiva e sonora. Ma come il 'poeta fanciullino' giunga a queste finissime elaborazioni è materia poco trattata e, in realtà, assai importante: la musica delle parole, i legami fonici e analogici che intessono fra loro, le dinamiche visionarie da esse scaturite, sono alla base del discorso poetico pascoliano che su questa fitta rete si regge.

Quando si parla di metrica la prima impressione in merito è quasi sempre quella di un noioso approccio tecnico, svilente nei confronti di quella che è la bellezza artistica di una poesia. Eppure studiare e applicare la metrica ai testi in lettura risulta fondamentale se li si vuole apprezzare nella loro interezza:

Il principio fondamentale, in tutta la versificazione regolare italiana, cui si guarda in relazione alla definizione della misura di un verso, si basa sulla sillaba, o meglio, sul numero delle sillabe. Ma che cos'è una sillaba, come si definisce? E come la si identifica? Ma soprattutto, come si svolge il computo metrico?

Il personaggio di Gertrude è sicuramente uno dei più complessi ed enigmatici di tutto il romanzo manzoniano: su di essa l’autore milanese ha eseguito un lavoro così certosino e di tale perizia psicologica da riuscire a produrre, con indubbie abilità ritrattistiche, un’immagine abilmente modellata da un chiaroscuro di un certo spessore e senza alcun precedente.

Questa celebre e lapidaria sentenza deriverebbe da una battuta presente nell’Asinaria, commedia scritta da Plauto in una data imprecisata fra il 211 e il 206 a. C. A pronunciarla è il mercante che appare in scena nell’atto secondo: questi, dovendo saldare un debito con la moglie del vecchio Demeneto, viene raggiunto dal servo di quest’ultimo, Leonida, il quale lo intima a consegnargli la somma. Tuttavia il mercante si rifiuta, adducendo una ragione ben precisa e finendo per avere la meglio sulle pretese del servo:

Letteralmente ‘attraverso le asperità fino alle stelle’, questo motto ben sintetizza la possibilità, per l’uomo, di raggiungere il massimo risultato ma solo dopo aver affrontato numerose difficoltà.