Chi erano i Longobardi

Nella primavera del 568, un popolo proveniente dal nord valicò le alpi guidato da re Alboino, conquistando così l'Italia settentrionale e dando vita ad un regno destinato a durare due secoli. Quel vasto gruppo di più di 100.000 persone erano i Longobardi, una popolazione barbara che condivideva la stessa origine mitica riportata nel "Origo gentis Langobardorum" che li vorrebbe originari della Scandinavia. L'origine scandinava è tuttavia stata messa in dubbio, ma nonostante non sia possibile sapere con certezza se questa fosse la loro reale origine, esistono testimonianze longobarde certe nel nord della Germania. Prima di arrivare in Italia i Longobardi vagarono a lungo come erano soliti fare i popoli barbari i quali erano seminomadi e si spostavano in massa in altre terre. I longobardi iniziarono la propria migrazione verso l'est Europa, passando per la Boemia, la Slovacchia e la Croazia, fino ad arrivare in Pannonia (l'odierna Ungheria). In Pannonia, i longobardi dovettero scontrarsi contro i Gepidi e gli Avari e fu proprio a causa della pressione che questi ultimi che i Longobardi dovettero muoversi verso L'Italia.
La società Longobarda
Monarchia longobardaAbbiamo già citato il fatto che i longobardi avessero un re, tuttavia il loro sistema monarchico aveva delle caratteristiche peculiari. Il titolo di re non era ereditario, il re veniva infatti votato da un'assemblea di uomini liberi chiamata gairethinx e poteva essere deposto nel caso il suo operato non fosse stato ritenuto all'altezza. La figura del re era soprattutto legata all'ambito militare (come del resto tutta l'organizzazione sociale longobarda), egli era prima di tutto un capo militare che fungeva da capo superiore ai diversi gruppi.
I DucesI longobardi infatti, non erano un unico popolo unito, ma erano un insieme di diversi gruppi che venivano governati dai singoli duces (parola mutuata dai bizantini), ovvero coloro che erano a capo di gruppi di soldati e di una zona nel territorio.
Le fareIl principale testimone del regno longobardo è Paolo Diacono il spiega come la loro società fosse divisa in Fare. Non è del tutto chiaro di cosa si trattasse esattamente, le fare probabilmente organizzazioni militari i quali membri erano però membri della stessa famiglia (la Sippe nel mondo germanico).
Divisione in caste
Così come i Celti e i Sassoni, con i quali i convivevano nel V secolo in
Germania, anche i Longobardi erano organizzati in rigide caste. Gli uomini liberi erano gli
exercitales o Arimanni (da heer, "esercito" e mann, "uomo") ovvero coloro che prestavano servizio
militare. Nettamente divisi erano invece i servi a cui erano destinati i lavori nei campi e la
pastorizia, questi non avevano diritti ed erano equiparabili a veri e propri schiavi. Esisteva anche
un terzo ceto, gli Aldi (o Haldii) i quali erano simili ai servi, ma con maggiori libertà a livello
economico.
I Longobardi in Italia
I Longobardi fecero il loro ingresso in Italia attraversando le Alpi Giulie e partendo da Forum Iulii (Cividale del Friuli) conquistarono di volta in volta tutto il settentrione, la toscana, il ducato di Spoleto e quello di Benevento. Non è chiaro il motivo per cui i bizantini non sembrarono impegnarsi troppo nell'ostacolare la loro avanzata, probabilmente avevano sottostimato il loro potenziale ed erano più impegnati su altri fronti. La capitale del regno era Pavia, conquistata nel 572, stesso anno in cui il re Alboino, venne assassinato per una congiura organizzata dalla sua stessa moglie Rosmunda.
Pare che l'episodio scatenante dell'astio di Rosmunda verso il marito, fu quando Alboino la costrinse a bere dal cranio del padre Cunimondo, sconfitto da Alboino prima dell'arrivo in Italia.

Dopo la morte di Alboino, vi fu un breve regno di Clefi fino al 574 e dopo di lui il regno rimase senza un sovrano per dieci anni che videro i duces lottare tra di loro. Viste le pressioni dei Bizantini serviva una nuova riorganizzazione militare e per questo, i longobardi elessero come loro re Autari nel 584 il quale sposò Teodolinda, figlia del duca di Baviera. Alla sua morte nel 590, gli successe Agilulfo che ne sposò la vedova. Proprio grazie alla regina Teodolinda, iniziò un processo di conversione del regno verso la religione cattolica. Questo fu uno dei passi che avvicinò i longobardi alla cultura latina, durante loro permanenza infatti, la loro cultura iniziò a mischiarsi con quella locale.
Prova di questa commistione fu nel 643 la stesura dell'editto di Rotari, una lunga serie di leggi che disciplinavano la vita dei sudditi longobardi, editto che venne scritto in latino. Nell'editto di Rotari si dà grande importanza alla gestione patrimoniale familiare, ma vengono instituite anche leggi per evitare le faide private tra famiglie attraverso i risarcimenti (guidrigli) per ogni parte del corpo ferita e per gli omicidi.
Caduta del regno longobardo
Dalla metà del VIII secolo, il regno dei Franchi ed il Papato strinsero un'alleanza che portò ben presto il regno longobardo verso il declino. L'ultimo re dei longobardi fu Desiderio, la quale figlia sposò Carlo (colui che sarà Carlo Magno) figlio di Pipino il breve, re dei Franchi. Ma quando Carlo Magno divenne re dei franchi, ripudiò la moglie longobarda e nel 774 conquistò la capitale Pavia e fece arrestare re Desiderio e rinchiuderlo in un monastero. Il regno longobardo passò dunque sotto la guida dei franchi mantenendo tuttavia la sua struttura ed uno status speciale. Solo il ducato di Benevento resistette all'incursione di Carlo Magno perdurando fino al XI secolo.
Non conosciamo il reale nome della figlia di re Desiderio che sposò Carlo Magno, tuttavia ella stata nominata Ermengarda da Alessandro Manzoni nella tragedia "Adelchi".


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