un ragazzo osserva un quadro
19-09-2021

Musei e gallerie d'Italia

La cultura dell'Arte in Italia e i suoi luoghi

L'Italia possiede uno dei patrimoni artistici più vasti al mondo, e altrettanto numerosi sono i luoghi che garantiscono la conservazione e l'esibizione delle opere d'arte che lo compongono, al punto da disseminare l'intera Penisola e farne tutta un grande museo di bellezze eterne. Ma volendo procedere con ordine tra la selva di gallerie e pinacoteche in attesa di essere popolate da curiosi visitatori, quali sono le tappe fondamentali dell'itinerario espositivo italiano?

Sposalizio della Vergine di Raffaello

Nord

Muovendo i primi passi a partire dal Nord della Penisola, prima tappa obbligatoria è senza dubbio Milano. Sede di due importantissime pinacoteche (quali la seicentesca Ambrosiana, voluta dall'allora arcivescovo reggente Federico Borromeo che allo scopo mise a disposizione la propria preziosa collezione d'arte; e la Pinacoteca di Brera, allestita per ordine di Napoleone), la città accoglie una notevole rappresentanza della storia artistica italiana dalla classicità romana ai talenti del Novecento, senza escludere le opere della grande arte fiamminga.

Pur non mancando maestri veneziani fra i capolavori esposti nelle raccolte milanesi, dimora esclusiva dell'arte lagunare nella sua totalità rimane appunto Venezia con le sue ricche Gallerie dell'Accademia: la loro vicenda, segnata dai continui lavori di trasferimento e ristrutturazione che hanno interessato persino i tempi più recenti, non ha tuttavia inciso sulla qualità degli allestimenti, ad oggi tra le più significative testimonianze della potenza economica e culturale della Serenissima.

dettaglio de 'La Primavera' di Botticelli

Centro

Quando si pensa all'arte in Italia, l'immagine d'impulso è quasi sempre quella del Rinascimento italiano e, di conseguenza, della sua culla indiscussa: Firenze. Sotto l'ombra imponente dei Medici, artefici di buona parte della storia del capoluogo, si propongono ad esempio le bellezze bronzee e marmoree dei più celebri maestri toscani offerte dal Museo nazionale del Bargello, anche se la meta più ambita resta comunque il complesso delle Gallerie degli Uffizi, costellato da quei capolavori eterni che insieme appartengono alla coscienza culturale di ogni cittadino italiano.

Di Roma si potrebbe parlare come di un immenso museo a cielo aperto, con le vie adibite a percorsi espositivi e opere d'arte in ogni loro angolo. Ed anche qui, a fianco del lavoro degli artisti, si colloca l'azione determinante di facoltosi mecenati: fu per l'ambizione del cardinale Scipione Borghese che nacque la Galleria Borghese, per la cui realizzazione egli non ebbe scrupolo di forzare la mano di alcuni proprietari affinché cedessero i loro pezzi migliori; e fu per il prestigio dei pontefici romani che videro la luce, nel corso di interi secoli, i famosi Musei Vaticani, componenti di una vera e propria macchina del tempo lanciata attraverso il genio umano.

Flagellazione di Caravaggio, Michelangelo Merisi

Sud e Isole Maggiori

Al sole meridionale rivive, in tutto il suo splendore, l'operato di altrettanti nomi illustri ad abbellire queste terre già consacrate dal sapere di passate civiltà.
Così si può dire di Napoli, divisa fra l'inestimabile numero di pitture e statue conservate nella straordinaria reggia borbonica che ospita il Museo nazionale di Capodimonte, la nutrita serie di dipinti d'autore visitabile presso il sontuoso Palazzo reale sul quale mise mano pure il Vanvitelli, e i giochi illusori dei marmi della cinquecentesca Cappella Sansevero.

O ancora della Sicilia, dal capoluogo di Palermo con Palazzo Abatellis, galleria regionale seconda al sud per importanza solo a quella napoletana di Capodimonte; alla vulcanica Catania con il Museo civico di Castel Ursino, gioiello medievale etneo ampiamente rappresentativo dell'arte del Meridione.

E infine della Sardegna, in merito alla quale è da ricordare la Pinacoteca nazionale di Cagliari, dove a tele, stemmi e arredi sacri di antica fattura si affiancano esempi contemporanei di artisti sardi dei primi anni del XX secolo.

Scritto da Vincenzo Canto
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